Miracolo italiano #3: quando un biellese emigra a Matera (e si innamora di una materana)

La storia che vi voglio raccontare inizia con la mia diffidenza.
Incontrai Andrea Paoletti per la prima volta qualche anno fa a The Hub Milano. Pochi minuti dopo le presentazioni mi disse che voleva andare in Basilicata a fare qualcosa. Non sapeva ancora bene cosa, ma “invece che trasferirmi in Brasile ho pensato di andare in Basilicata”.
Io gli chiesi se avesse parenti là perché “Ma come questo vive a Milano e si trasferisce in Basilicata???” pensai. “Senz’altro vuole venire al sud perché gli sembra l’ultima frontiera del radical chic”. Lo confesso ora ad Andrea, scrivendo questo post, che queste erano le cose che pensai di lui quando mi disse del suo piano.
Non sono mai stata così felice di sbagliarmi in pieno, perché Andrea quando mi disse di quella idea balzana stava di fatto avviando il suo miracolo. Ma andiamo con ordine, perché questa è veramente una storia speciale.
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Andrea Paoletti è un designer. Si occupa di progettazione di spazi di co-working. Uno spazio di co-working è un posto dove diverse persone possono lavorare insieme: se non avete i soldi per affittare un ufficio tutto per voi, potete condividere uno spazio di lavoro con altre persone e avete due benefici: il primo è risparmiare su affitto e spese, il secondo è che condividete lo spazio con altre persone che stanno probabilmente affrontando problemi simili ai vostri e potete aiutarvi a vicenda e costruire una rete professionale molto più facilmente che non lavorando in un ufficio da soli.

Andrea aveva in testa di mettere in piedi un progetto di co-working che potesse avere un impatto sociale molto profondo. Per farlo poteva scegliere qualsiasi luogo, ma decise di andare in Basilicata perché era un’area ancora non molto conosciuta e poi perché c’era molto poco nel campo dell’innovazione sociale (almeno vista in un’ottica sistemica) e quindi avrebbe potuto facilmente misurare i risultati del suo progetto sul territorio. Così, Andrea inizia a fare un viaggio al mese in Basilicata e inizia a parlare con chiunque riesca a incontrare del progetto che ha in mente, cercando di trovare “alleati” per l’avviamento del progetto. Riesce a formare un gruppo di circa cinque persone e sceglie una città: Matera.

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E così nasce Casa Netural.

Il suo progetto era quello di creare uno spazio che potesse attirare visitatori e innovatori da fuori, anche da altri paesi, e allo stesso tempo coltivare relazioni con i locali. Se Matera, con i suoi Sassi, patrimonio dell’Unesco, lo aiuta ad attirare visitatori da fuori, è la relazione con i locali che si rivela più problematica. È difficile entrare in contatto in modo profondo e duraturo, essere percepiti come parte della comunità e non come un corpo esterno affascinante, ma in fondo anche un po’ intimidatorio.

A questo punto Andrea incontra Mariella Stella. Materana, tornava da Roma dove aveva lavorato come vicepresidente del progetto Rena, come funzionario della Croce Rossa Italiana e del Ministero dei Beni Culturali.

Mariella chiama Casa Netural “il circolo degli artisti”: percepisce che c’è bisogno di cambiare qualcosa perché al momento non c’è sufficiente comunicazione tra Casa Netural e la comunità locale. È come se queste due entità non parlassero la stessa lingua e quindi non riescono a beneficiare l’una dell’altra. Rischia di essere un’esperienza passeggera, che non si radica. Allora Andrea e Mariella hanno un’intuizione: il progetto deve avere due scale di comunicazione, una rivolta all’esterno per far percepire il posto e l’esperienza di Casa Netural come attraenti da chi arriva da fuori, e una rivolta ai locali per abbassare la soglia d’ingresso a Casa Netural e per fare in modo che Casa Netural venga percepito come un luogo dove i locali possono trovare risposte a dei loro bisogni (che siano espressi o meno).

Nasce l’idea di Casa Netural come incubatore di sogni.

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Il concetto è molto semplice, loro dicono: “ci sono tanti incubatori di impresa, ma capita che rimangano vuoti perché in alcuni territori manca qualcuno che accompagni le persone nella fase precedente alla decisione di provare a fondare un’impresa. Manca qualcuno che li accompagni a interrogarsi sui propri sogni e a capire che ci si può attivare per capire cosa fare dei propri sogni e che i propri sogni hanno un diritto di cittadinanza nel discorso della comunità”.

Andrea e Mariella si mettono in macchina e girano tantissimi paesini della Basilicata alla ricerca di “innovatori”. Spiegano più o meno che cosa intendono per innovatori e fanno una mappature di alcune incredibili esperienze. Scoprono l’esperienza di uno straordinario Agriturismo biologico in un bosco chiamato “Per Boschi e Contrade“, un bellissimo progetto per bambini chiamato “La luna al guinzaglio“, e tantissimi altri. A tutte le persone che incontrano chiedono “qual è il tuo sogno?”.

Incontrano una signora, una casalinga di un piccolo paese che gli dice che ha i piedi grandi. E che il suo sogno è sempre stato quello di aprire un negozio di scarpe da donna con numeri grandi, fatte dagli artigiani del suo paese. Ma che il marito l’ha sempre scoraggiata perché non ci sarebbe abbastanza mercato. Allora Mariella le dice dell’e-commerce e della possibilità di aprire un negozio online. La signora trasecola, non sapeva niente di questa possibilità. Un incubatore di sogni, appunto.

Andrea e Mariella parlano con le persone che hanno intorno. Tantissimo. Le ascoltano. E hanno messo su Casa Netural: per 50 Euro all’anno le persone che sono tesserate hanno accesso allo spazio di lavoro una giorno alla settimana, hanno accesso alle riunioni con alcuni tutor che li aiutano a sviluppare progetti, e hanno supporto nello sviluppo di prototipi della loro idea. Poi organizzano corsi, a seconda di quello di cui c’è bisogno: un corso d’inglese per guide turistiche, un corso d’inglese per baristi e commercianti (richiesto da loro), un laboratorio per bambini sulla conoscenza del territorio. E così via. Le persone si appassionano ai loro corsi, e gliene chiedono altri.
Le chiacchiere di Casa Netural
Da poco hanno lanciato il progetto CO-LIVING: se siete innovatori e avete bisogno di testare l’usabilità del prodotto che state sviluppando, o di intervistare potenziali utenti, o di sperimentare nuovi metodi educativi potete fare richiesta di passare una settimana a Casa Netural. Loro organizzeranno una settimana densa di incontri e vi aiuteranno a raccogliere le idee con un confronto sereno col mondo reale, allo stesso tempo offrendo alla comunità materana di entrare a contatto con alcune punte di diamante dell’innovazione a livello mondiale.

Andateci, portate lì i vostri progetti, conosceteli: sono pura dinamite, di quella buona.

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I progetti di Casa Netural sono moltissimi. Li adoro perché i progetti che portano avanti sono attenti alle persone, intrisi di rispetto, di voglia di ascoltare, di generosità e di fiducia. Quella fiducia che a me era mancata in un primo momento nei confronti di Andrea, e che a volte a noi meridionali manca in generale nei confronti dei “forestieri”. Fiducia nei confronti di chi non conosciamo, e fiducia nel futuro che possiamo costruire.

Ad Andrea e Mariella questa fiducia non manca, a luglio nascerà il loro bambino.

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9 thoughts on “Miracolo italiano #3: quando un biellese emigra a Matera (e si innamora di una materana)

  1. Tina Di Benedetto ha detto:

    E’ una storia molto bella. Ma e’ bella soprattutto xche e’ una realta’ che porta a pensare positivo finalmente!

  2. Simo ha detto:

    bella storia: da lucano apprezzo eccome!

  3. amendolangela ha detto:

    Mi piace questa storia. Da morire!

  4. mARia ha detto:

    È una storia straordinaria. Uno spazio come questo l’ho sempre sognato 🙂

  5. vita ha detto:

    …storia stupenda!!…da ammirare, davvero!!! Complimenti!

  6. Butwe ha detto:

    L’ha ribloggato su ChicchInToure ha commentato:
    Quando un biellese emigra a Matera e nasce Casa Netural, un incubatore di idee e di sogni!

  7. […] prima volta che ho sentito parlare di Casa Netural è stato sul blog di mia sorella. E già lì, l’idea dell’incubatore di sogni mi aveva affascinata. Poi a luglio […]

  8. […] – Casa Netural Laboratorio di “Esperimenti Schifosi” all’interno dell’incubatore di sogni in una delle città più belle del […]

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