Perché lavorare gratis può rendervi felici e invece le crociate vi renderanno sempre più incazzati.

La mia bacheca di Facebook si è velocemente popolata di veementi blog post contro le esortazioni di Jovanotti a lavorare gratis se, in quel lavoro, c’è per noi una esperienza importante.
Queste esortazioni sono state per me particolarmente stridenti in un momento in cui io sto lavorando gratis a un progetto, e ho chiesto ad altre persone di lavorarci gratis, insieme a me.
Sento già le obiezioni di qualcuno di voi: è volontariato! Non è lavoro. No. È lavoro. Sto facendo una cosa per la quale sono preparata. Una cosa che fa parte di un set di competenze professionali che ho messo a punto in anni di lavoro e studio e per la quale, normalmente, mi farei pagare.
Perché ho scelto di farla gratis? È molto semplice: il progetto al quale sto lavorando mi piace moltissimo, e le persone che lo stanno portando avanti non hanno soldi per pagarmi. Io avrei potuto decidere di lasciar perdere e passare al lavoro successivo. Eppure, invece, ho deciso di dire sì. E sono stata così folle da trascinare altre due persone in questa avventura (persone che non ho letteralmente “trascinato”, persone che ho invitato e che hanno deciso di partecipare).

Io credo che lavorare gratis sia – in determinati casi – una cosa importantissima e che il dibattito tra “lavoro gratis sì” e “lavoro gratis no” sia incredibilmente inutile. Incredibilmente inutile.
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Vediamoci di persona!

A partire da domani fino al 13 aprile sarò in giro per le librerie del centro-sud per presentare i libri che ho creato con Timbuktu e DeAgostini. Per questa ragione, che abbiate dei bambini o no, mi farebbe tanto piacere se veniste a conoscermi di persona. Di seguito le date:

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Mercoledì 8 aprile, ore 16.30 – Francavilla Fontana (BR), Corso Garibaldi 15 – Libreria Francavillese
Lettura animata per grandi e bambini di “Romeo e Giulietta – Una filastrocca scavezzacollo ispirata alla tragedia di William Shakespeare”.

Venerdì 10 aprile, ore 18 – San Vito dei Normanni – ExFadda
Laboratorio di “Esperimenti Schifosi” il nostro libro per avvicinare i bambini alla scienza in modo divertente. Sperimenteremo il “Tocco della Morte”, lo “starnuto di mostro” e forse anche la sfera anti-gravitazionale.

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Sabato 11 aprile, ore 16.30 e ore 18 – Matera – Casa Netural
Laboratorio di “Esperimenti Schifosi” all’interno dell’incubatore di sogni in una delle città più belle del mondo.

Domenica 12 aprile, ore 17.30 – Taranto, via Di Palma 69 – Libreria UBIK
Lettura animata per grandi e bambini di “Romeo e Giulietta”.

Lunedì 13 aprile, ore 17.00 – ROMA, via degli Etruschi 4 – Libreria Assaggi
Laboratorio di “Esperimenti Schifosi”.

In tutti i luoghi del laboratorio troverete i libri in vendita se li vorrete comprare. Per chi lo vorrà, sarò felicissima di scrivere una dedica per i vostri figli, nipotini, cuginetti. Vi garantisco che saranno dei pomeriggi… esplosivi.

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Qualcuno vota Minervini

Qualcuno vota Minervini perché è nato a Molfetta.

Qualcuno vota Minervini perché il papà, la mamma, lo zio… il cugino, no.

Qualcuno vota Minervini perché vede la Puglia come una promessa, il Meridione come una poesia, il Mediterraneo come il Paradiso terrestre.

Qualcuno vota Minervini perché prima di Minervini si sentiva solo.

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Siate affamate, siate folli.

La verità è che sono la regina del mio universo soltanto finché sono nel mio studio. Soltanto finché sono nel luogo protetto in cui le idee che poi diventano giochi, parchi, festival, app, libri vengono messe per la prima volta sulla carta. Là mi sento padrona del mio destino: la mia volontà crea le regole, piega le parole, supera ogni difficoltà e sperimenta la vertigine dell’ambizione.

Appena varco la soglia del mio studio per uscire, tutto cambia. Vado in palestra e un altro avventore mi spiega come fare meglio un esercizio. Prendo la macchina, e un vicino mi spiega come uscire dal parcheggio. Mentre esco dal parcheggio, un altro che vuole parcheggiare suona il clacson, perché non sto uscendo abbastanza velocemente e sto “bloccando il traffico”.
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Il mio primo mese a Los Angeles

Vivo negli Stati Uniti dall’inizio del 2012. Ho vissuto tra San Francisco e Berkeley per i primi due mesi, a Mountain View per i successivi 7 mesi, poi ancora a San Francisco per un anno e mezzo e, un mese fa, mi sono trasferita a Los Angeles. A Venice, per la precisione, uno dei quartieri-cittadine che compongono Los Angeles, giusto a sud di Santa Monica. Venice si chiama come la nostra Venezia perché un urbanista di nome Abbot Kinney nel 1905 si mise in testa di costruire una città che riproducesse la nostra Venezia nella California del Sud.

Sento già molti di voi inorridire e no, Venice Beach non ha nulla a che vedere con Venezia, ma è lo stesso un gran bel posto.
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“Non ci sono donne in Silicon Valley. O meglio, ce ne sono pochissime.”

Gentile Presidente Matteo Renzi,

oggi è il giorno del suo incontro a San Francisco con gli imprenditori italiani della Silicon Valley.
Incontrerà persone eccezionali, che sapranno raccontarle al meglio la potenza della Silicon Valley e la sua incredibile capacità di anticipazione, innovazione e generazione di ricchezza.
Siamo sicure che si parlerà molto delle lezioni che l’Italia può trarre dalla Silicon Valley per favorire lo sviluppo di una vera cultura dell’innovazione, capace di generare una vera economia dell’innovazione. Siamo meno sicure, purtroppo, che si parlerà dei limiti della Silicon Valley, e di uno in particolare, da cui non si può prescindere se si vuole davvero parlare dell’impatto che l’innovazione deve avere sulla società intera.

Non ci sono donne, in Silicon Valley. O meglio, ce ne sono pochissime.

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Lettera d’amore per Guglielmo Minervini

Caro Guglielmo,

non ci conosciamo ancora di persona ma tu hai già avuto un’importanza enorme nella mia vita. Nel 2010 ero scoraggiata e avevo paura. Continuavo a partecipare a concorsi teatrali che a volte vincevo a volte no, ma che non cambiavano niente nella vita di nessuno. Avevo finito i miei studi, ma non riuscivo a trovare lavoro. Provavo a mandare curriculum, ma nessuno mi rispondeva. Mentre lavoravo ai miei progetti, avevo trovato un lavoretto in uno studio di registrazione vicino Milano: il mio compito era spazzare via le briciole dei cornetti che mangiavano le troupe che venivano a registrare spot televisivi e videoclip. Il Gabibbo mangiava un cornetto e io dovevo assicurarmi che le briciole scomparissero quasi prima di toccare terra. 

Ero triste e avevo iniziato a pensare che la mia voglia di fare fosse una maledizione. Continua a leggere

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Che cosa c’entra l’innovazione con quel gusto per il surreale che abbiamo al sud?

Maurizio ha un’edicola a Lizzano. Una decina di giorni fa, verso le 6 di pomeriggio ha ricevuto una telefonata. “Vieni 5 minuti al cinema che mi devi fare un favore”. Maurizio è andato al cinema, dove ha trovato un gruppo di persone che lo aspettava. Gli hanno chiesto di spogliarsi.

Questo potrebbe essere l’inizio di una storia violenta, una storia di pizzo e vendetta. E invece, no.
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Di chi è Sferracavalli?

Sferracavalli è di quelli a cui piace mischiarsi.

Con i bambini

con i vecchi

con le galline

con le pecore

con i cavalli

con quelli che c’hanno le edicole

con quelli vestiti da soldati romani

e con quelli vestiti da Gesù.
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